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Costruito verso il 1260 e già menzionato nel 1280, quello di Valbona non è un castello, ma propriamente un maniero: non quindi la sede di un signore con la sua famiglia ed una piccola corte, ma una struttura militare concepita per difendere ed offendere, abitata solo da soldati e da un capitano.
Situato al confine fra Padova e Vicenza, è da subito coinvolto nella lotta fra Scaligeri e Carraresi: i feudatari di Orgiano lo prendono nel 1313, ma ne sono cacciati già nel 1319, quando i Signori di Padova fanno murare le grandi lastre con i loro stemmi sopra le porte, dove passava l’unica strada -come ancor oggi si intuisce- obbligando i carri ad entrare per le porte grandi ed i pedoni per le porte piccole, chiudendo le grandi grate, attualmente in restauro, e riscuotendo il dazio: ancor’oggi l’ambiente centrale si chiama “vecchia dogana”, più ovest la sala delle armi, sopra la sala dei cavalieri, ad est una corte con stalle per cavalli e per tutti gli animali necessari a reggere un assedio, foraggio ed un pozzo, aspetti che si stanno recuperando, come i due ponti levatoi.
L’arrivo di Venezia nel 1420 mette fine alle lotte cittadine, cancella i confini territoriali e i relativi dazi. La forza non è più contro il vicino, ma verso l’ambiente per un’agricoltura sostenibile.
I feudatari di Orgiano, cresciuti e divenuti anche Conti di Agugliaro, applicano le loro sopraffine tecniche militari per scavare fossati e canali di scolo, come quello qui accanto che ancor’oggi porta il loro nome, bonificando così il terreno, introducendo il maiale che salato (qui vicino c’è la Località Saline) diventa prosciutto, trasportato sul canale Bisatto fino a Venezia, nutrimento leggero, poco ingombrante e non deperibile per le antiche Galee della Serenissima. Ma le carte domestiche ci parlano di pesce coi funghi, di risi e bisi, di “minestra maridà”, con uno spaccato sul valore del cibo, sull’andamento della giornata, sullo scandire del quotidiano: per esempio, sui gamberi di Valbona che venivano venduti al mercato di Padova. Ma ci sono anche i registri delle prigioni, di chi è stato processato, rinchiuso e condannato, anche a morte, prima del 1420, e perché: tutti aspetti di una comunità.
Alcuni dettagli di un monumento unico che abbiamo visto tante volte, ma forse abbiamo guardato poco. La struttura è trapezoidale, come in molte strutture militari, ma le torri d’angolo qui sono esagonali: una rarità assoluta, in Italia come all’estero, perché abitualmente sono quadrate le più vecchie e circolari le più recenti per deviare meglio i colpi.
Ancora, sopra ogni finestra ad arcata si notano tutt’oggi due anelli di ferro: si tratta dei cardini per incernierare un serramento con i colori della famiglia che si apriva come negli antichi velieri per colpire con archi e balestre ed essere richiuso.
Due novità emerse nei lavori di pulizia e scrostamento delle superfetazioni subite dal monumento negli ultimi decenni: gli assaggi dei materiali hanno consentito alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova di datare il mastio a circa ottocento anni fa. Ma è di giugno 2022 la scoperta nella torre nord ovest delle postazioni di quattro bocche da fuoco. Ed infatti, dalle carte domestiche risultava che Valbona era stato armato durante la Guerra di Cambrai, puntando due cannoni su via Frassenelle e due su via Condotto, in allora gli unici passaggi possibili ad intersezione dei canali in un terreno ancora paludoso. Vi è di più, perché in altri edifici, la famiglia conserva ancora tre cannoncini del primo ‘Cinquecento, con dimensioni compatibili agli alloggiamenti appena scoperti. Col tempo e con la pazienza, si spera di restituirli al loro posto, rimagliando così un pezzo di storia che era stata slabbrata, rendendo il tutto accessibile a turisti rispettosi, a visitatori appassionati.
Il padrone di casa ci tiene a professarsi custode familiare pro tempore di questo monumento: che parla a chi sa ascoltare, che mostra a chi sa guardare, che indica a chi sa intuire la testimonianza del nostro passato, l’auspicio ed il coraggio del nostro futuro. In una parola, la nostra Identità. L’identità di una Comunità. L’identità di Valbona.

Benvenuti, anzi: bentornati nel Castello di Valbona.

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